Trasferirsi.. in Italia? Forse sì con il Silver Cohousing

Ebbene sì, dopo tanti articoli dedicati ai paesi all'estero, perchè non immaginare una possibilità di trasferirsi in zone dell'Italia? Quali? Non esiste una limitazione alla fantasia, ma serve prima di tutto un cambio di mentalità: le persone che hanno maturato i sacrosanti diritti per andare in pensione non sono pronti per la rottamazione, tutt'altro! I "pensionati" di oggi sono dinamici, alla ricerca di soddisfare tutti quei sogni che hanno lasciato nel cassetto per 40 anni durante il lavoro.. Sbagliamo?

Quindi: come fare?
Ecco una simpatica soluzione di un film di recente uscita:


Questo breve trailer mette bene in mostra le esigenze degli over 60, non sempre capite dalla società moderna. Per questo perchè non pensare di mettere in contatto persone che vogliano condividere spazi e tempo in una nuova avventura? In Italia!

Chi fosse interessato, si metta in contatto con noi, cercheremo di raggruppare un po di persone e programmare un primo incontro se arriviamo ad interessarvi! :)

Definizione:
Il cohousing, termine anglosassone che in italiano si potrebbe tradurre con “coabitazione”, sta a indicare una particolare forma di VICINATO ELETTIVO in cui coesistono abitazioni private e servizi comuni; gli spazi abitativi sono armonizzati in modo tale da SALVAGUARDARE LA PRIVACY di ciascuno e, nel contempo, soddisfare il BISOGNO DI SOCIALITÀ, consentendo una risposta efficiente alla gestione di svariate questioni pratiche del vivere, sempre più complesse (cura dei bambini, cura degli ambienti ecc.).  Il cohousing è, dunque, molto PIÙ ARTICOLATO e ricco DI UN TRADIZIONALE CONDOMINIO (in cui ognuno è trincerato nel proprio appartamento) ma è anche profondamente DIVERSO DA UNA COMUNITÀ O UN ECOVILLAGGIO che richiedono una condivisione profonda di un progetto comune di vita; nel cohousing, infatti, OGNI NUCLEO FAMILIARE POSSIEDE LA PROPRIA INDIPENDENZA, sia dal punto di vista economico che in merito alla propria visione della vita.
Perchè nasce il Cohousing:
Così come per molti fenomeni sociali, anche il cohousing è nato come RISPOSTA INNOVATIVA di base ad alcuni bisogni specifici delle società nord-occidentali in cui l’affermazione dell’individualismo ha comportato la graduale dissoluzione delle reti parentali tradizionali, di fatto non supportate dalla fragilità dei servizi di welfare.
Non è un caso che il cohousing si sia diffuso, sin dall’inizio, nei paesi scandinavi in cui, già a partire dagli anni ’70, si andavano verificando problematiche sociali come la precarietà del mercato del lavoro, la dissoluzione della famiglia tradizionale, la crescita dei nuclei familiari monogenitoriali ecc.
Si poneva, dunque, l’esigenza di luoghi di vita, come le strutture di COHOUSING, IN GRADO DI VICARIARE SERVIZI E DI OFFRIRE SOCIALITÀ, IN PRECEDENZA AFFIDATI ALLE FAMIGLIE D’ORIGINE.
Poiché TALI PROBLEMATICHE HANNO progressivamente COINVOLTO ANCHE I PAESI MEDITERRANEI, il cohousing ha iniziato da alcuni anni ad essere preso in considerazione anche in Europa meridionale come un’alternativa concreta al modello familiare convenzionale, tanto che il dibattito culturale ha ricevuto in Francia e in Italia, nell’ultimo quinquennio, un significativo riscontro mediatico. In lingua danese, il significato letterale della parola che traduce il cohousing, bofaelleskaber, è “COMUNITÀ VIVENTE”, ad indicare la bellezza del vivere insieme.

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